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Art. 305. Proroga della custodia cautelare

Art. 305. Proroga della custodia cautelare.

1. In ogni stato e grado del procedimento di merito, quando è disposta perizia sullo stato di mente dell’imputato, i termini di custodia cautelare sono prorogati per il periodo di  tempo assegnato per l’espletamento della perizia. La proroga è disposta con ordinanza dal giudice, su richiesta del pubblico ministero, sentito il difensore. L’ordinanza è  soggetta a ricorso per cassazione nelle forme previste dall’articolo 311.

2. Nel corso delle indagini preliminari, il pubblico ministero può altresì chiedere la proroga dei termini di custodia cautelare che siano prossimi a scadere, quando sussistono gravi esigenze cautelari che, in rapporto ad accertamenti particolarmente complessi o a nuove indagini disposte ai sensi dell’articolo 415 bis, comma 4, rendano indispensabile il protrarsi della custodia. Il giudice, sentiti il pubblico ministero e il difensore, provvede con ordinanza appellabile a norma dell’articolo 310. La proroga è rinnovabile una sola  volta. I termini previsti dall’articolo 303 comma 1 non possono essere comunque superati di oltre la metà (1) (2).

(1) Il comma 2 è stato modificato dall’art. 2 D.L. 7 aprile 2000, n. 82 conv., con modif., nella L. 5 giugno 2000, n. 144.

(2) La Corte costituzionale con sentenza 15 settembre 1995 n. 433 ha dichiarato non fondata «nei sensi di cui in motivazione» la questione di legittimità costituzionale dell’art. 305, cornma 2 c.p.p.

In motivazione la Corte ha chiarito che il fatto che l’art. 305 comma 2, non disciplini il procedimento da instaurarsi sulla richiesta di proroga

– limitandosi a stabilire che il giudice, sentito il pubblico ministero ed il difensore, provveda con ordinanza

– non può assumere il significato di un esonero dal rispetto del contraddittorio, ma soltanto che il legislatore non ha inteso vincolare il giudice all’obbligo di determinate forme,  lasciandolo libero di scegliere, caso per caso, quelle ritenute più opportune per assicurare, sia pure in modo celere e semplificato, una effettiva dialettica fra accusa e difesa.