Logo del Laurus Robuffo

Art. 37. Ricusazione

Art. 37. Ricusazione. 1. Il giudice può essere ricusato dalle parti: 

a) nei casi previsti dall’articolo 36 comma 1 lettere a), b), c), d), e), f), g);

b) se nell’esercizio delle funzioni e prima che sia pronunciata sentenza, egli ha manifestato indebitamente il proprio convincimento sui fatti oggetto dell’imputazione.

2. Il giudice ricusato non può pronunciare sentenza fino a che non sia intervenuta l’ordinanza che dichiara inammissibile o rigetta la ricusazione.

La Corte costituzionale, con sentenza n. 10 del 9/23 gennaio 1997, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 37, comma 2, nella parte in cui, qualora sia riproposta la dichiarazione di ricusazione, fondata sui medesimi motivi, fa divieto al giudice di pronunciare o concorrere a pronunciare la sentenza fino a che non sia intervenuta l’ordinanza che dichiara inammissibile o rigetta la ricusazione.

Ancora la Corte costituzionale, da ultimo, con sentenza n. 283 del 6-14 luglio 2000, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 37, comma 1, nella parte in cui non prevede che possa essere ricusato dalle parti il giudice che, chiamato a decidere sulla responsabilità di un imputato, abbia espresso in altro procedimento, anche non penale, una valutazione di merito sullo stesso fatto nei confronti del medesimo soggetto.